Il teatro napoletano è stato, nel corso dei secoli, un luogo a dir poco magico in cui l’arte ha saputo esprimersi al meglio, dando vita a capolavori senza tempo. Tuttavia, dietro ognuno di questi capolavori c’è una storia, un retroscena che spesso rimane nascosto al grande pubblico. Scopriamo insieme alcuni di questi retroscena, autentici gioielli dell’arte napoletana.
Uno dei più grandi capolavori del teatro napoletano è sicuramente “Le quattro giornate di Napoli“, un’opera teatrale che narra la resistenza del popolo napoletano contro l’occupazione nazista durante la Seconda Guerra Mondiale. La pièce, debuttò il 28 agosto 1945, ricevendo subito un enorme successo. Tuttavia, come ovvio che sia dietro questa opera c’è una storia di pregna di coraggio. Durante l’occupazione nazista, il magnifico teatro San Carlo, uno dei teatri più importanti di Napoli, fu chiuso e trasformato in un deposito di munizioni. Fu così che l’idea di portare la resistenza sul palcoscenico nacque nei teatri più piccoli, come il Teatro dei Fiorentini e il Teatro Bellini. La rappresentazione fu un grande successo, generando nel pubblico un’emozione fortissima.
Un altro capolavoro del teatro napoletano è “Filumena Marturano“, scritta da Eduardo De Filippo. La storia racconta la vita di Filumena, una donna napoletana che cerca di assicurare un futuro ai suoi figli. La pièce fu un grande successo, tanto da essere riproposta innumerevoli volte e col tempo adattata in tutto il mondo. Ma pochi conoscono il retroscena che la lega strettamente alla vita del grande Eduardo .Infatti, Eduardo De Filippo scrisse quest’opera mentre la moglie era gravemente malata, passando le notti insonni a scrivere, cercando di sfuggire alla realtà dolorosa che lo circondava. Quando la moglie morì, De Filippo cancellò tutte le rappresentazioni previste , non riuscendo a sopportare l’idea di portare sul palcoscenico una storia che gli ricordasse troppo il dolore della sua vita.
Infine c’è un famoso retroscena legato alla prima rappresentazione dell’opera “Nabucco” di Giuseppe Verdi al Teatro San Carlo di Napoli nel 1842. La storia narra che durante l’esecuzione di “Va pensiero“, il pubblico napoletano rimase così colpito che l’inno venne ripetuto più e più volte, cosa che si ripeté in tutte le rappresentazioni di “Nabucco” al Teatro San Carlo. Ciò col tempo diede a “Va pensiero” un’importanza nazionale e face diventare Verdi un simbolo di unità nazionale.
In conclusione, dietro molti capolavori del teatro napoletano si nasconde una storia appassionante quasi quanto l’opera stessa. Conoscere questi dettagli ci permette di apprezzare ancora di più la grandezza dell’arte teatrale e la passione che anima coloro che ogni sera salgono sul palcoscenico per esprimersi ed esprimere la loro passione.